sabato 23 aprile 2011

Assignment 3.

Ci ho messo un sacco lo so, ma non è facile decidere da dove iniziare.
 Ho finito di leggere "Coltivare le connessioni" qualche giorno fa, non tutto insieme ma qualche pagina per volta.
Gli spunti sono tanti, le riflessioni lo stesso.


Negare che la tecnologia ha cambiato la nostra vita non è umano, ma a modificare le nostre abitudini, in particolare il nostro modo di stare nel mondo, è stato l'avvento di internet.


Il colonizzare gli spazi è da sempre stata una caratteristica dell'uomo ("sin dagli albori della nostra specie, l' Uomo è stato benedetto dalla curiosità"). 
L'uomo si è insediato là dove si pensava non fosse possibile, in una sfida continua a superare i limiti.
 Il nuovo spazio è diverso, quello che internet offre è rivoluzionario.
 E' possibile "abitare" dove non c'è spazio.
 Stando "on-line" viviamo nell'immateriale, nel Cyberspazio.
 Come è possibile questo? Non lo so e non è il punto.
 Basta sapere che possiamo.
E' questa una novità importante: per usare la tecnica non è necessario essere tecnici.
 Non conosco tutte le opzioni e funzionalità del web ma ci sono.
 Non so usare tutto, ma non è difficile imparare.
Come il mondo anche il web è sottoposto all'evoluzione, è ancora presto per dire come andrà, ma è certamente chiaro che presenta due carte importanti per l'adattabilità: semplicità e libertà. 
Per imparare a conoscere internet non è necessario conoscere la teoria delle sue funzioni, serve spirito di avventura. E' come buttarsi in qualcosa di ignoto: va visto per conoscerlo.
 E' l'esperienza che porta la capacità, quell'essere "smanettoni" di cui si parlava alla prima lezione.
Una delle metafore che meglio si adatta a questo discorso è quella della passeggiata nel bosco. Quell'ansia di non sapere nel momento in cui inizi il viaggio sul web è simile a stare nel bosco. Conoscere tutto sarà impossibile, ma questo non preclude alla bontà del viaggio, nè alla soddisfazione della scoperta. Sapere precisamente cosa fare, avere tutti lo stesso tipo di conoscenza chiude alla libertà. I modi di conoscere sono infiniti e non predeterminati. Passeggiando decidiamo quale sentiero scegliere. Nel bosco, nella vita e anche nel Cyberspazio. 
Tutto nasce dal caso e dalle inclinazioni personali.
Anche il termine Cyberspazio, ad esempio, nacque senza una direzione vera e propria. A coniarlo fu William Gibson e così commenta:


"Tutto quello che so riguardo al termine "cyberspace" quando lo coniai, era che esso rassomigliava effettivamente ad un termine in voga. Sembrava evocativo e essenzialmente privo di significato. Era indicativo di qualcosa, ma non aveva nessun significato semantico vero, anche per me, poiché lo vidi emergere mentre lo stavo scrivendo nella pagina."

Questo a mio parere è una prova evidente di come non è necessario conoscere tutti gli alberi del bosco, di come delle volte una sensazione sia una direzione.

Il mondo del web è accessibile  ognuno può contribuire alla sua complessità andando a costituire uno di quei pallini colorati.
Il web si sviluppa come un sistema umano, non solo nel modo di crescere ma anche nella sua architettura generale. 

Il mondo cresce per reti così lo fa la Rete. 
Lo schema di pensiero dell'uomo è a reti, il mio almeno, ricordo meglio se faccio grafici e frecce. 
Le città, ad esempio, sono grandi reti. Ogni abitazione è un nodo e i sistemi di strade formano le maglie. Così è il web, una Grande Ragnatela Mondiale (World Wide Web).


Interessante è il contributo all'argomento di  Derrick de kerckhove che in "l'architettura dell'intelligenza scrive:


L'architettura dell'intelligenza,
D. de Kerckhove.
"L'architettura dell'intelligenza è l'architettura delle reti di comunicazione [...]. Un modo per capire le reti è pensare alle comunità, alle reti di persone. Oggi le reti individuali e sociali sono sostenute da un'estensione tecnologica, un surrogato del sistema nervoso centrale [...]. Le reti elettroniche, come quelle organiche, sanno come interagire fra loro senza difficoltà e con efficienza. sono fatte di attività, da persone e da macchine, da vera intelligenza (i software) e concrete invenzioni [...]. Esse mettono insieme aree distanti per attività comuni e qualche volta incidono su queste aree in modi visibili."
(D. de Kerckhove, L'architettura dell'intelligenza)

Mi sembra una metafora interessa
nte: le reti di comunicazione come il sistema nervoso o in generale la sostanza organica, in quanto mette in evidenza la possibilità che intenet sia un sistema vivo. Intendendo per vivo la possibiltà di interagire e mantenersi nello spazio. Certo non è vivo di per sè ma sono le comunità a renderlo tale.

Attraverso queste due metafore (la passeggiata nel bosco e la sostanza organica) si può cogliere l'ambivalenza del web, e forse in modo estremo ritenerlo il luogo immateriale dove si concretizzano le idee, il mondo della mente.

Come stare "on-line" e come affrontare le connessioni?

Le connessioni sono la voce di internet. 

E' necessario interagire, comunicare, esprimersi.
Navigare con consapevolezza per usare internet. 

Dunque il Web rappresenta uno strumento efficace e rapido per arricchire la propria conoscenza in base alle inclinazioni personali. Decidere cosa mi interessa cosa no. Orientare il sapere in base al PLE. 
Gestire il processo di apprendimento in base a 3 punti fondamentali:


_Fissare obiettivi;
_Gestire l'apprendimento;
_Comunicare con gli altri nel processo.


Internet ha dunque due ruoli importanti nel PLE:


_Dare contenuti: offre un'informazione libera e la possibilità di conoscere la notizia alla fonte. Mette ciascuno nella condizione di poter cercare, ma anche creare e scambiare contenuti.
_Offrire un supporto alla comunicazione: la straordinaria velocità e scambio di informazione permette di connettere in tempo reale il mondo,
_Contenere le informazioni.


Il cyberspazio è il luogo dove il meatspace diventa conoscibile da ogni luogo.
Anche se avendo visto il mondo da google maps non si può dire di conoscerlo veramente.



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